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Messaggio Da monica Mer Apr 28, 2010 5:09 pm

Malattia
Sintomi Cause e terapie
Malattie del sistema digestivo :
Epatite Apatia, sonnolenza e perdita di appetito o in alcuni casi bulemia. Diarrea. Difficoltà respiratorie a causa di ipertrofizzazione del fegato che comprime gli altri organi.
Evoluzione lenta ma grave e sovente mortale.
Alimentazione troppo ricca di grassi. (Arachidi, semi di girasole, ecc.)

Bulemia Voracità, dimagrimento veloce, piumaggio opaco. Svezzamento prematuro. Parassiti (acari rossi).
Enterite Presenza possibile di sangue nelle feci, evacuazione stentata con ripetuti colpi di coda. Perdita di vivacità e sonnolenza. Ventre gonfio e violaceo. Sete ardente, dimagrimento veloce.
L'entretite accompagna sovente l'epatite.
Troppi semi oleosi o muffiti. Troppa verdura o troppo pastoncino all'uovo.

Megabatteriosi (di Lorenzo Crosta, Med. Vet.)
Le megabatteriosi sono patologie del tratto digerente (prevalentemente del proventricolo), in grado di colpire diverse specie di uccelli. Queste infezioni, frequenti nei pappagallini ondulati e nei canarini, furono descritte negli anni ‘80. Benché non se ne conoscesse con certezza l'agente eziologico, la malattia, almeno nel nostro paese, fu definita "Micosi '80"; infatti, vista l'apparente efficacia della terapia con un antifungino (l’Amfotericina B), si ritenne potesse essere provocata da miceti. In realtà l’infezione, ora meglio studiata, è causata da grossi batteri detti megabatteri. Esistono tuttora però discordanze circa la loro esatta classificazione, c'è già, infatti, chi parla di "megalieviti". La megabatteriosi è stata descritta nei pappagallini ondulati, soprattutto nei soggetti da esposizione o "Inglesi", nei Canarini e altri piccoli passeriformi, negli Inseparabili, calopsitte, parrocchetti del genere Neophema, Cacatua, polli e struzzi.



Le esatte modalità di trasmissione sono sconosciute, ma si suppone che i megabatteri siano normali abitatori dell'apparato digerente prossimale di canarini ed ondulati e che in particolari situazioni possano provocare una malattia conclamata; l’atteggiamento generale nei confronti del reperimento di tali megabatteri è pertanto passato dal totale allarmismo degli anni 80, ad un atteggiamento più morbido (trovarli è normale, basta che non diano problemi conclamati).



Sintomatologia

Gli animali si presentano dimagriti e un po' depressi. Sembrano alimentarsi, ma ad un'osservazione più accurata si nota che spesso raccolgono il cibo senza ingerirlo. L'infezione tende a diffondersi rapidamente, ma la mortalità resta bassa.
Diagnosi



I megabatteri possono essere identificati in gran numero nelle feci degli uccelli ammalati o dopo lavaggio del gozzo, ma si consiglia di ripetere gli esami perché la disseminazione non è costante nel tempo. Ovvio che anche l’esame necroscopico, soprattutto l’istopatologia del tratto interessato sono un ausilio indispensabile in situazioni di patologia di gruppo.



Terapia

Si può tentare una terapia con Amfotericina B, ma i risultati sono molto incostanti. La somministrazione di Lattobacilli specifici da gozzo di pappagallo e l'acidificazione dell'ambiente gastrico aiutano la normalizzazione della flora intestinale e, con essa, l'eliminazione dei Megabatteri, ma tali misure devono durare almeno 30-40 giorni.



Prevenzione

Visto che nell'instaurarsi di questa malattia sembra evidente una predisposizione di razza ed anche una sensibilità di alcune linee di sangue (ad esempio alcuni ceppi di Ondulati Inglesi sono maggiormente sensibili), si consiglia di escludere dalla riproduzione i soggetti malati, limitando in tal modo la creazione di linee genetiche resistenti.

Malattie del sistema respiratorio :

Aspergillosi
E’ un’infezione causata da un fungo che provoca perdita di peso, difficoltà respiratoria, vomito,diarrea. Una importante causa predisponente è rappresentata da una forma di immunosoppressione.
Respirazione affannosa, inappetenza e a volte vomito, accessi di tosse, stato febbrile, sete ardente. Dimagrimento progressivo, piumaggio opaco e a volte diarrea.

Evoluzione lenta verso la morte.
Malattia dovuta a funghi saprofiti che si sviluppano nei polmoni e sacchi aerei.
Un ruolo importante è svolto anche dalla contaminazione ambientale: presenza di sostanze organiche in decomposizione, ambienti sporchi e umidi, semi vecchi e mal conservati (tutto ciò che favorisce lo sviluppo di muffe). Non è necessario osservare delle muffe macroscopiche per stabilire che l’ambiente è contaminato. L’infezione avviene per inalazione delle spore.

La terapia si può tentare con la somministrazione di farmaci antifungini per via orale e tramite nebulizzazione.

Malattie respiratorie da Mycoplasmosi Si gratta costantemente la testa con la zampa o contro un oggetto. La respirazione è rumorosa e accompagnata da rantolii brevi. Scolamento nasale, palpebre incollate per il pus seccato.
Evoluzione rapida e mortale.
Bacillo intermediario tra il virus e il batterio.
Malattia contagiosa.

Malattie parassitarie :
Acariasi



Acaro rosso (Dermanyssus gallinae)
Respirazione difficile, irrequietezza, movimenti bruschi della testa, prurito, nervosismo.
Evoluzione lenta

E’ un parassita ematofago (che succhia il sangue), e attacca gli uccelli di notte, mentre dormono. Durante il giorno non resta sugli animali ma si nasconde nelle fessure, sotto le gabbie, dentro i posatoi cavi. Un’infestazione grave può dare anemia negli adulti e addirittura causare la morte nei nidiacei. Inoltre questo parassita agisce da veicolo per le malattie trasferendo con la puntura virus e batteri da un uccello all’altro. Dopo il pasto di sangue la femmina depone centinaia di uova nelle fessure. I parassiti diventano adulti in una settimana circa, ricominciando il ciclo. In poche settimane il numero di parassiti che infesta l’allevamento può diventare enorme.

La presenza dell’acaro rosso può essere identificata ponendo un foglio di carta ripiegato tra due gabbie. Dopo un giorno o due si apre il foglio, e se sono presenti, si osserveranno gli acari che corrono a nascondersi. Può essere utile anche controllare gli uccelli di notte, cercando tra il piumaggio e nella gabbia con una pila. L’acaro rosso può sopravvivere anche cinque mesi senza alimentarsi, pertanto lo si può veicolare in allevamento attraverso gabbie e attrezzi di seconda mano. Se si decide di comprare attrezzature usate, queste vanno disinfestate con cura. Dopo un meticoloso lavaggio vanno trattate con un disinfestante quale ad esempio il malathion, e poi riverniciate. Anche le misure di quarantena nei confronti dei nuovi acquisti sono fondamentali per prevenire questo problema.
Trattamenti insetticidi e acaricidi
Nel trattamento dei parassiti dei volatili si devono considerare due aspetti: il trattamento sull’animale e quello sull’ambiente. Non è sufficiente limitarsi ad applicare dei prodotti sugli uccelli, se il ciclo vitale del parassita si svolge anche nell’ambiente. Esistono due categorie di prodotti: quelli che possono essere utilizzati sull’animale, meno tossici ma con minore attività residua, e quelli da applicare nell’ambiente, più potenti, con maggiore attività residua, e a cui gli animali non devono essere esposti direttamente. Premettiamo come regola generale che qualunque prodotto, topico o ambientale, deve essere usato rigorosamente secondo le indicazioni riportate, per quanto riguarda dosaggio, diluizione, intervallo di trattamento, precauzioni, ecc. Inoltre va rispettato il tempo di scadenza, perché con il tempo i principi attivi perdono di efficacia anche se conservati correttamente.



Piretro e derivati

Il piretro è l’insetticida più comune e più sicuro. E’ una sostanza vegetale estratta dal Chrysanthemus cinerariaefolium. Derivati sintetici del piretro sono piretrine e piretroidi. Tutte queste sostanze vengono rapidamente degradate dalla luce e perdono quindi di efficacia in poco tempo. L’azione, ma anche la tossicità, viene potenziata dall’aggiunta di sostanze sinergiche quali il piperonil butossido, che ritarda il metabolismo e aumenta la tossicità delle piretrine negli insetti. In genere i prodotti in commercio sono al 1-2% di sostanza attiva. I piretroidi (tra i vari composti abbiamo: alletrina, furetrina, resmetrina, tetrametrina, cycletrina) sono dei derivati sintetici delle piretrine più stabili ed efficaci. I prodotti da applicare negli animali hanno una stabilità abbastanza ridotta, e quindi perdono di efficacia in poche ore o pochi giorni, pertanto l’applicazione va ripetuta. Gli spray sono più pratici da usare negli uccelli, ma hanno una scarsa penetrazione sotto le penne, e probabilmente le polveri, se frizionate con le dita sotto il piumaggio, risultano più efficaci.

Carbammati e organofosfati

Queste classi di insetticidi sono molto più potenti, e si utilizzano di solito nei trattamenti ambientali. La loro attività residua è prolungata, settimane o anche mesi. Vanno anche applicati con precauzione, utilizzando guanti di gomma e mascherina. La confezione va sempre conservata, perché in caso di incidente è di enorme importanza conoscere il principio attivo utilizzato. Vanno applicati dopo aver rimosso tutti gli animali dall’ambiente. Prima della loro reintroduzione l’insetticida deve essere ben asciutto e l’ambiente adeguatamente arieggiato.



Ivermectina


L’ivermectina è un farmaco insetticida e acaricida; negli uccelli si utilizza nel trattamento dell’infestazione da acari e pidocchi. La forma commerciale è estremamente concentrata, e va utilizzata opportunamente diluita. Una goccia di prodotto è sufficiente per un uccello di un chilo, e se sovradosato il prodotto è tossico e può anche causare la morte. Non è solubile in acqua, per cui il trattamento nell’acqua da bere non è attuabile. Si diluisce il prodotto 1:20 con glicole propilenico e si applica sulla cute, a livello di giugulare, o si somministra direttamente in bocca. In genere occorre effettuare diversi trattamenti ad intervalli di 10-14 giorni. Dosaggi elevati sono tossici nei cardellini.





Acaro della rogna (Knemidokoptes pilae)
Vive nello spessore della cute delle zampe, dove scava gallerie. Provoca un ispessimento della pelle che assume un aspetto crostoso.


Acari respiratori (Sternostoma tracheacolum)
Questi parassiti infestano la trachea e i bronchi di volatili, canarini e altri piccoli fringillidi, in particolare i diamanti di Gould. L’acaro vive e si riproduce nel sistema respiratorio, dove compie il suo ciclo vitale in 2-3 settimane. Gli uccelli colpiti aprono il becco, manifestano difficoltà respiratoria (movimenti della coda), e talvolta emettono un tipico “click”. Altri sintomi sono: la perdita del canto, tosse, emissione di muco dalle narici, debolezza e perdita di peso. Nei casi più gravi l’ostruzione delle vie respiratorie causate dal muco porta a morte l’animale.
Pidocchi Parecchie specie di pidocchi possono infestare i volatili. I sintomi della loro presenza comprendono irrequietezza e beccate, eccessiva attività di pulizia del piumaggio e penne danneggiate.
Irritazione, femmina che non cura il nido, piume nuove deteriorate. La femmina lascia il nido la notte, giovani vittime d'anemia grave e mortale.

Candidosi o Mughetto
Perdita vivacità, magrimento, difficoltà a deglutire. Placche biancastre nella cavità orale. L'uccello staziona sul fondo della gabbia. A volte respirazione faticosa e diarrea. Funghi che si sviluppano nella cavità orale e esofago.


Vermi intestinali
Perdita di peso rapidamente. Volo faticoso, bulemia, paralisi, anemia, respirazione faticosa. [per saperne di più]

Scabbia (Rogna) delle zampe
Decorticazione di scaglie nelle zampe, formazione materia giallastra. Gonfiamento zampe, apparizione di croste, perdita di piume. acari

Scabbia (Rogna) delle piume
Abbastanza rara, le piume si spezzano facilmente alla base. Acari.

Scabbia (Rogna) del becco e narici
Macchie grigie e croste sul becco, narici e intorno agli occhi. Il becco cresce smisuratamente con aspetto poroso. L'uccello perde peso per difficoltà a nutrirsi. Acari.

Malattie del sistema nervoso :
Epilesia Piume arruffate. Battito di ali e caduta sul fondo della gabbia. Convulsioni. Rumori o trauma. Alimentazione ma equilibrata, troppo ricca. Anemia.

Malattie infettive :

Salmonellosi-Yersiniosi Sono trasmesse dalle feci di topo e si osservano più spesso in inverno e nelle voliere esterne. Non si osservano segni particolari, ma nel corso del tempo muoiono diversi soggetti.
Diarrea verdastra, mancanza d'appetito, perdita rapida di peso, stanchezza, a volte vomito.

Evoluzione fatale in 5 giorni preceduto da convulsioni.
Battere : salmonella
All’autopsia si osserva aumento di volume e colorazione più scura del fegato, necrosi del fegato e della milza.

Terapia

In questo caso oltre alla somministrazione di antibiotici si deve effettuare la lotta ai roditori.



Colibacillosi Diarrea verdastra, sonnolenza, mancanza d'appetito, perdita rapida di peso, vomito.
Evoluzione fatale in 1-2 giorni.
Battere : colibacillosi patogeno presente nell'intestino che diviene pericoloso in caso di stress o altre malattie.

Malattia di Newcastle Affaticamento, sonnolenza, disturbi respiratori, diarrea, disturbi nervosi, perdita d'equilibrio
La diagnosi richiede esami di laboratorio che permettano l’identificazione del virus. Dall'autopsia si possono osservare enterite catarrale e modico aumento di volume dei reni, ma spesso non si osservano lesioni.

Virus : paramyxovirus
Malattia incurabile

Non esistono terapie specifiche.

P.D.D. Triste, vomito, feci con resti di mangime non digerito, diarrea, perdita d'equilibrio.
In certi casi sistema nervoso.
Virus che prende il sistema nervoso e produce una dilatazione ventricolare.
P.B.F.D. Perdita rapida di peso, uccello triste, piume in crescita cadono, deformazione becco. Virus: Circovirus. Trasmissione virale per contatto con residui infetti, secrezioni, polvere delle piume, materiale infetto. Trasmissione ache per uova.
Incubazione 21 giorni a 18 mesi.

Clamidiosi- Psittacosi-Ornitosi Diarrea verdastra o grigia, sonnolenza, piumaggio opaco e arruffato, ali pendenti, perdita d'appetito, perdita di peso.
I passeriformi sono meno suscettibili alla clamidiosi rispetto ai pappagalli. La malattia può essere sospettata in caso di malattie respiratorie ricorrenti. Si possono osservare sintomi aspecifici: dimagramento, diarrea, difficoltà respiratoria, abbattimento. La mortalità in allevamento in genere è moderata.

Contagiosa per l'uomo.
Battere : Chlamydia.
Inalazione di polvere contaminata (feci o piume)

La diagnosi richiede l’esecuzione di esami diagnostici (esami istologici, sierologici, colturali).

Terapia
Si effettua con la somministrazione di antibiotici appropriati nell’acqua e nel cibo, ma non garantisce l’eliminazione dell’agente infettivo.


Vaiolo La diagnosi si basa sui sintomi clinici, sulla stagione (anche se a volte compare in inverno o in primavera), sul fatto che i soggetti colpiti non sono vaccinati, e sul tipo di lesioni che si riscontrano all’autopsia. I soggetti morti di vaiolo mostrano, infatti, lesioni polmonari e ingrossamento della milza. Anche le lesioni cutanee sono abbastanza indicative. Il vaiolo è una malattia virale causata da un poxvirus. Il virus che colpisce il canarino è in grado di causare la malattia anche nelle specie di uccelli che si ibridano col canarino quali ad esempio gli uccelli del genere Carduelis e Carpodacus.. L’incidenza maggiore di casi di vaiolo si osserva in tarda estate ed autunno, per il fatto che questo virus viene trasmesso principalmente da insetti quali le zanzare, ma probabilmente anche altri insetti pungitori o da acari. Il virus del vaiolo non è in grado di attraversare la pelle integra, e deve essere inoculato tramite un insetto, oppure deve venire a contatto con le mucose. Il virus può penetrare nell’organismo anche tramite abrasioni della pelle o delle mucose. La forma clinica varia secondo la virulenza del ceppo, la modalità di trasmissione e la suscettibilità dell’ospite. Si può osservare una forma cutanea, una setticemica e una difteroide. La mortalità può arrivare anche al 100% nella forma setticemica, mentre è bassa in quella cutanea. I sintomi nella forma acuta comprendono letargia, penne arruffate, respirazione a becco aperto e morte in 2-3 giorni. Se il decorso è meno acuto si può osservare congiuntivite, blefarite e lacrimazione, seguite dalla comparsa di lesioni proliferative intorno agli occhi e alla bocca; se tali lesioni ostruiscono il faringe si ha la morte del canarino. Le lesioni cutanee proliferative devono essere differenziate dagli ascessi da puntura di zanzara, che causano un nodulo ripieno di pus caseoso.
Terapia

Non esistono trattamenti specifici; utile per prevenire o combattere le infezioni secondarie può essere una terapia antibiotica, ma in genere il canarino muore prima. Nella forma cutanea si può applicare sulle lesioni un disinfettante astringente quale mercurocromo o alcool. Le misure più importanti sono quelle profilattiche. Il virus viene veicolato da insetti quali zanzare e acari, o per il contatto attraverso le superficie epiteliali danneggiate. La stanza dove sono alloggiati i canarini deve essere equipaggiata con zanzariere. I soggetti ammalati devono essere isolati da quelli sani finché non sono guariti, tenendo presente che possono restare eliminatori del virus, anche se la loro immunità è in genere permanente. Una volta che il virus è penetrato in un allevamento, questo è infettato in modo permanente, perché il virus ha una forte resistenza. E’ anche possibile vaccinare i canarini con un vaccino vivo modificato, che però non è reperibile in Italia. La malattia si diffonde lentamente nell’allevamento, pertanto quando si manifestano i primi casi è possibile salvare i soggetti ancora sani isolandoli da quelli ammalati e vaccinandoli subito. Il vaccino può essere eseguito a partire dai 60 giorni di età e si ripete tutti gli anni. Si inocula tramite puntura nel patagio; dopo una settimana si verifica che nella sede di iniezione sia comparsa una pustola, segno che il vaccino è stato efficace.
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